29 January, 2012

Auto ... da Camper. La Kiff 800.

Potrebbe assomigliare vagamente alla figlia snella di una Jeep Wrangler. In realtà quella che vedete nella foto è una moto ! O meglio una moto a quattro ruote o quadriciclo, evoluzione di quelli che conosciano con il nome di Quad. Con tutti i vantaggi che ne conseguono perché il peso è di soli 500 Kg !!! che uniti ad un motore 800 cc promettono un grande spasso. Se dunque fino ad oggi avete visto sulle strade spagnole molti camperisti che si tiravano appresso un carrello con sopra una Smart, ora le cose potrebbero decisamente cambiare perché questo mezzo ha veramente le caratteristiche ideali per diventare la vetturetta di servizio dei Fulltimers. Pensate all'agilità e alle possibilità offerte da questo mezzo nelle zone desertiche della Spagna e del Marocco o sulla neve delle Alpi. Si guida senza casco a partire dai 16 anni. Di seguito la lista dei rivenditori. Ovviamente per portarvela dietro al Camper necessiterete di un apposito carrello. Prezzo di listino: 10.800 + IVA.

Autoespert s.r.l. (Importatore Ufficiale)
Via Castelleone, 61 - 26100 Cremona
Tel. 0372.37324 - 0372.460498
Fax 0372.20229

http://www.autoespert.it/


SmCars s.r.l.V.le Brigate Partigiane, 130/r - 16129 Genova
Tel. 010.5701482

Autolido Group s.r.l.
Via Don Minzoni - 55041 Lido di Camaiore
Tel. 0584.66757


Quad Impact di Gritti Riccardo
Via Dalmine, 4 24035 Curno (Bg)
Tel. 035.4155061


BBB Distribution srl
Via Aurelia- San Lazzaro Vecchio 432
19038 Sarzana (SP)
Tel 380.3028293

19 January, 2012

Paolo Barnard - Perchè L'Euro ci sta Distruggendo.

A distanza di 10 anni dal fatidico 1 gennaio 2002 - quando l’Euro divenne definitivamente la moneta comune a 16 nazioni in Europa - i mercati finanziari (leggi il Tribunale Internazionale degli Investitori e Speculatori) hanno finalmente compreso che i Paesi d’Europa non sono più sovrani, specialmente nell’emissione della loro moneta. Dunque i mercati hanno dato un’occhiata ai grandi debiti dei 16 Stati della zona Euro e hanno concluso che per noi ripagarli è un vero problema. Da qui il loro panico, e la conseguente crisi di cui tutti i giornali parlano, che domani colpirà tutti gli altri paesi, Germania inclusa. E ciò perché è una crisi strutturale, non di un paio di Paesi.
Vi chiederete: perché ripagare i nostri debiti è diventato un problema così allarmante? Non eravamo indebitati anche prima dell’Euro? Oggi noi Stati della zona Euro stiamo USANDO l’Euro, non ne siamo più i proprietari. Una volta noi italiani possedevano la lira, i francesi i franchi e i tedeschi i marchi ecc. Non siamo cioè più sovrani nell’uso della nostra moneta. L’Euro è a tutti gli effetti una moneta senza Stato, è una moneta ‘mercenaria’ che tutti i sedici USANO. Fra usare una moneta e possederla la differenza è enorme. Perché oggi ogni Paese dell’Euro deve, PRIMA DI SPENDERE per la cittadinanza, fare una di due cose: 1) prendere in prestito l’Euro, 2) TASSARE i propri cittadini per racimolarlo.
Spiegazione di 1) Prendere in prestito l’Euro: letteralmente dobbiamo andarlo a trovare, proprio come fa un padre di famiglia che prima di pagare le spese di casa deve trovare i soldi da qualche parte (lavoro, prestiti). Oggi, si badi bene, un Paese come l’Italia o la Francia deve bussare alle porte di creditori privati per farsi PRESTARE gli Euro PRIMA di poterli spendere per la comunità (vendiamo titoli di Stato sui mercati di capitali dove dobbiamo competere e pagare tassi decisi dai privati). Il nostro Tesoro e la nostra Banca Centrale non possono più emettere moneta in autonomia. Ecco perché oggi i nostri debiti sono un vero problema.
Al contrario, prima dell’avvento dell’Euro, noi eravamo Paesi sovrani nella moneta (lira, franchi, marchi…), e i nostri governi potevano spendere senza il bisogno di trovare il denaro in anticipo. Letteralmente se lo inventavano, come fanno oggi gli USA o la Gran Bretagna per esempio. Magari spendevano troppo, è possibile (caso Italia), ma con la propria moneta sovrana avevano tutti i mezzi per rimediare. Certamente si indebitavano, eccome, ma era un debito che contraevano DOPO AVER SPESO, non prima ancora di spendere come accade con l’Euro oggi, e soprattutto lo potevano ripagare semplicemente inventandosi il denaro necessario (suona incredibile ma è esattamente così), come fanno oggi gli USA o il Giappone. Avevano cioè il potere sovrano di gestire la propria moneta e di conseguenza i propri debiti in autonomia, e questo rassicurava i mercati finanziari che non andavano nel panico sul debito nazionale di allora come invece è accaduto oggi con la Grecia (e domani con tutti i sedici Paesi dell’Euro).
E infatti, nonostante USA o Giappone siano indebitati fino al collo, nonostante l’Inghilterra sia messa forse peggio della Grecia in quanto a debiti, i mercati non sono nel panico per loro. Il motivo, lo ripeto, è che USA, Giappone o Inghilterra hanno moneta sovrana, cioè possono spendere senza doversi PRIMA indebitare, e possono ripagare i loro debiti inventandosi moneta, cose che noi 16 non possiamo fare più. Considerate inoltre che un ‘caso greco’ non si verificò mai, per esempio, con l’Italia spendacciona, indebitata, inflazionistica ma con moneta sovrana degli anni ’60 e ‘70. Al contrario, quell’Italia era assai prospera, e la sua ricchezza di allora ancora oggi ci nutre.
Ecco cosa sta accadendo. Di chi è la colpa? Dell’inganno dell’Euro voluto a tavolino dai grandi burocrati europei per l’esclusivo interesse del Tribunale Internazionale degli Investitori e Speculatori (e degli USA naturalmente), i quali oggi (ma già da prima) ci saccheggiano imponendoci misure di tagli a tutto ciò che è pubblico per comprarselo domani a due soldi. Possono farlo perché oggi noi, per i motivi sopraccitati, siamo indebitati veramente, e siamo ricattabili. Non per nulla alla Commissione Europea trovano pianta stabile 229 lobbisti del Tribunale Internazionale degli Investitori e Speculatori, in un rapporto di 4 a 1 rispetto a chi perora la causa dei cittadini.

Paolo Barnard (Bologna, 1958) è un giornalista freelance e saggista italiano.
Laureato in psicologia, ha dapprima lavorato come corrispondente estero freelance per molti fra i maggiori giornali Italiani tra cui La Stampa, Il Manifesto, Il Corriere della Sera, Il Mattino, Il Secolo di Genova e La Repubblica, per poi passare alla RAI. E' stato uno dei fondatori nel 1994 della trasmissione Report (Rai 3), con la quale ha collaborato per dieci anni, per approdare infine a Rai Educational, da cui si è autosospeso in seguito alla l'inchiesta "Little Pharma & Big Pharma" e il caso "Censura Legale". Ha scritto come saggista per Micromega, il Golem del Sole 24 Ore e molte altre pubblicazioni. Da tempo, a causa del suo dissenso serrato contro l'ipocrisia del Sistema come anche dell'Antisistema, Barnard si è collocato in Rete con suo sito. L'ultimo lavoro di Barnard, si intitola Il Più Grande Crimine, e rivela il progetto di 70 anni dei Poteri finanziari e industriali internazionali per distruggere gli Stati, il potere delle leggi, e la legittimità dei cittadini, di cui la creazione dell'Unione Europea e della moneta unica (euro) sono stati capitoli fondanti. In questo saggio sono delineati gli allarmanti scenari di egemonia delle nuove élite finanziarie sull'Europa, destinata a una progressiva distruzione a scapito del mercato del lavoro e delle famiglie, per l'esclusivo profitto a breve termine di tali élite. Personaggio controverso, è da sempre molto critico sul movimento nato attorno ai neonati 'paladini' della protesta italiana, in particolare attorno al comico Beppe Grillo. Secondo il giornalista, sia Grillo che Marco Travaglio ed i loro molti emuli  spingerebbero grandi masse di persone ad accanirsi contro i mali minori dell'Italia, ignorando invece le reali e devastanti manovre del Potere sovranazionale sulla vita di milioni di noi, che ad esempio la recente crisi finanziaria internazionale e la progressiva distruzione del diritto al lavoro dei giovani ci mostrano in termini drammatici.
Maggiori informazioni sul suo sito: http://paolobarnard.info/

18 January, 2012

Il Camper da 3 Milioni di Euro

Vabbè ... non dite di no a priori ... potreste sempre vincere all' Enalotto !
L'austriaca  Marchi Mobile ha realizzato un camper che sembra uscito dal set di "Star Wars".
Se mai voleste prenotarlo ... http://www.marchi-mobile.com/
Non dimenticatevi anche di assumere un paio di guardie armate da portare con voi ...





17 January, 2012

Antonella Randazzo

Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all’Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Scienze dell’Educazione e Diritti Umani. Ha vinto il Premio Ibiskos con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta", in cui analizza le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa di oggi. Nel 2006 ha scritto il libro "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943", (Kaos Edizioni), e nel 2007 pubblica il volume "La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa" (Zambon Editore). Con l'editore Leone Verde pubblica il libro di pedagogia "Bambini psico-programmati. Essere consapevoli dell'influenza della pubblicità, della TV, dei videogiochi". Nel 2009 ha pubblicato “Dittature. La Storia occultata” (Espavo). Nel 2010 ha pubblicato "Pirati & Mafiosi. La vera Storia del crmine organizzato" e "Oltre l'Era dell'Inganno". Da alcuni anni si occupa anche di giornalismo d'inchiesta, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani.
Scrive Antonella: Quando veniamo al mondo troviamo una realtà già costituita nei minimi dettagli: apprendiamo come vestirci, cosa mangiare, come salutare, come relazionarci agli altri, ecc. Crescendo, non ci accorgiamo neppure che dall'esterno ci giunge una serie di imposizioni su una quantità enorme di comportamenti. Ci adattiamo a tutti gli aspetti formali della realtà, e ad essi conformiamo la nostra mente. Alcune convenzioni semplificano la vita, e tanto maggiore è la loro uniformità, tanto minore sarà lo sforzo individuale di assumersi responsabilità e di spiegare le proprie scelte agli altri. Tuttavia, esistono aspetti della realtà che dovrebbero implicare un'assunzione di responsabilità da parte dei singoli individui. Ad esempio, la scelta del sistema finanziario più adeguato o dell'assetto politico. Di fatto tali scelte non sono compiute consapevolmente dagli individui, ma preesistono a loro. Non è dato ai cittadini comuni, anche di maggiore età, di assumere decisioni su questi aspetti importanti della realtà. Molti credono che non sia così così perché si illudono che andando a votare esercitano potere politico, ma in realtà i candidati sono scelti dai Partiti. Il punto è: chi decide per noi? Chi ha interesse a mantenere un determinato assetto? In che modo tale assetto viene mantenuto invariato nei suoi aspetti fondamentali? Perché la situazione attuale del pianeta vede la maggior parte delle persone vivere in miseria o in preda a gravi problemi economici e risulta comunque difficile abbattere un sistema così iniquo? Questo libro analizza tali questioni, individuando molti aspetti nei quali la nostra cultura appare controllata da gruppi di potere, che hanno interesse a mantenere lo "status quo", e dunque hanno bisogno di ingannare per continuare ad esercitare potere. Questo vuol dire che il sistema attuale è basato sull'inganno. L'inganno riguarda quasi tutti i settori dello scibile, nei quali vengono prodotte conoscenze che determinano persino le credenze che abbiamo su noi stessi. In molti settori, compresi quello scientifico e storico, ci vengono date conoscenze talvolta inesatte, mistificate o addirittura false, per indurci a credere che il sistema attuale sia accettabile, oppure per condizionare le menti a tal punto da eliminare le risposte indesiderate. La Scienza ufficiale sembra essere una fonte esatta e imprescindibile di conoscenza, dalla quale trarre importanti informazioni su ciò che siamo, su come dobbiamo comportarci o curarci. In realtà viviamo in un mondo che ci è sostanzialmente sconosciuto. Il nostro stesso cervello ci è sconosciuto.Nonostante le sicurezze sulla realtà dovrebbero essere scarse, su questo pianeta la maggior parte delle persone possiede una certa sicurezza su ciò che va considerato "realtà". Miliardi di persone danno per scontati molti aspetti che hanno "ereditato" come veri dai loro genitori, che a loro volta li hanno ereditati dalla loro famiglia. Noi tutti siamo indotti ad abbracciare una determinata realtà perché l'abbiamo appresa dalla nascita. Metterla in discussione è difficile, e pochi lo fanno. Non si tratta di una questione di mediocrità, ma piuttosto di credulità, di abitudine o di comodità. Moltissime persone si fidano delle religioni o di altre ideologie, credendo che attraverso di esse potranno capire la realtà e vivere meglio. Ma chi ha creato queste ideologie? Chi “costruisce” la realtà che miliardi di persone assumono come vera? Se sappiamo così poco della realtà, su cosa dovremmo costruire la nostra immagine del mondo? Si punta a convincerci, in modo spesso affascinante, che la tecnologia possa di per sé offrire un importante segno di progresso dell'uomo contemporaneo. Allo stesso tempo però l'uomo di oggi sa ben poco della realtà in cui vive, egli ignora persino le vere caratteristiche del sistema finanziario, della realtà fisica o quantistica. Nel mondo contemporaneo, siamo stimolati a credere ad una nostra presunta superiorità rispetto agli esseri umani del passato, ma allo stesso tempo siamo indotti ad accettare passivamente aspetti della realtà fondamentali per la nostra esistenza. Le nostre capacità cognitive sono sempre più appiattite dallo schermo TV e da una realtà già data, davanti alla quale diventiamo sempre più passivi. Ogni generazione viene convinta di vivere in un periodo "speciale", come se il passato fosse peggiore rispetto al presente, e come se gli sviluppi scientifici o tecnologici potessero garantire una maggiore felicità o una maggiore evoluzione degli individui. Gli ultimi secoli sono stati indicati come "speciali" dal gruppo dominante: l'Illuminismo nel Settecento voleva convincere che l'umanità fosse entrata nella fase della “ragione”, spazzando via la superstizione o l'irrazionalità; nel secolo successivo, il Positivismo convinse molti a credere nell'infallibilità della Scienza ufficiale, ed alcuni scienziati, ad oggi, fanno assurgere il campo scientifico ad unica fonte di conoscenza. Nella convinzione di essere i protagonisti e artefici della tecnologia, ne diventiamo i passivi fruitori e le vittime. Questo libro dimostra che la comodità di non essere responsabili di decidere per gli aspetti importanti dell'esistenza è come un boomerang, che ci colpisce inesorabilmente prima o poi. Molte persone credono che l'economia abbia leggi “naturali” che le proteggono, ma in realtà anch'essa, come risulta evidente, non ha come obiettivo principale la sicurezza e il benessere dei popoli. L'inganno, dunque, si articola su ogni settore dell'esistenza umana, anche su quello economico e finanziario, anzi, proprio da questi settori nasce la maggiore truffa che i popoli subiscono da secoli. Il sistema economico-finanziario attuale è basato sull’ignoranza dei popoli circa le sue vere caratteristiche, che saranno ampiamente spiegate in questo libro. Fenomeni come la concentrazione del potere mediatico, il Signoraggio, la mistificazione della Storia e gli inganni della Scienza, saranno chiariti e opportunamente argomentati. Si capirà come mai i popoli, pur dando gran parte dei propri guadagni per pagare il debito pubblico, si ritrovano più indebitati di prima. Si capirà come mai i programmi televisivi sono sempre più simili in tutto il mondo, e le notizie dei Tg sempre più stereotipate e appiattite. La tesi ampiamente provata da questo libro è che il sistema attuale non è un sistema libero e democratico come molti credono, e ciò diventa evidente quando ci si rende conto di vivere in un sistema che non soltanto non rispetta i diritti degli individui, ma cerca di imporre un ordine precostituito, nel quale ogni essere umano dovrebbe diventare come un semplice burattino, piegato passivamente a ciò che un gruppo ristretto di persone decide. Tuttavia, i popoli vengono convinti di vivere in una "democrazia". Sembrerebbe uno scenario assurdo, ma questa realtà appare chiara, e persino evidente, quando si inizia a perdere la disponibilità a credere di vivere in un sistema voluto da tutti, o l'unico possibile poiché dovuto alla “natura” umana. Queste stesse convinzioni sono frutto del condizionamento, anzi, ne rappresentano il risultato più importante. La prova dell'esistenza di questa situazione è nell'analisi che questo libro fa dei settori più importanti della realtà in cui viviamo: i mass media, la Scienza, la Storia, l'Economia e la Finanza. In ognuno di questi settori è possibile individuare una serie di inganni e truffe contro i cittadini comuni. Si tratta di far credere ciò che non è, propugnando un consenso e un'accondiscendenza che altrimenti non si avrebbe. L'inganno, come questo libro prova, è talvolta grossolano e basato sul potere di manipolare le informazioni dei media. La gente è spinta a credere a ciò che non è, oppure ad accettare realtà facsimili o mistificate. E' su questo inganno che si basa l'intera civiltà occidentale, spacciata per “democratica”. Analizzando la realtà storica è possibile capire che negli ultimi secoli il potere si è via via concentrato nelle mani di un gruppo di famiglie, che si sono arricchite grazie al sistema finanziario, alle guerre e al controllo politico. Tale potere è stato trasmesso per eredità e rafforzato anche ai nostri giorni, attraverso il controllo della politica, della conoscenza e dei media. Abbiamo una mondo in cui gli esseri umani vivono con opportunità e condizioni diverse. Alcuni vivono nel cosiddetto Terzo Mondo, in condizioni di estrema miseria, subendo guerre e dittature feroci, mentre altri vivono in abitazioni lussuose e mangiano cibi di prima qualità. Dunque chi ha creato la realtà attuale si cura di mantenere privilegi e ricchezza in alcuni ambienti, e di fomentare guerre e creare povertà in altri. La felicità umana dipenderebbe dunque dalla zona geografica in cui si nasce o dalla famiglia di origine. Tale assetto è favorevole solo ad una percentuale minima della popolazione mondiale, pari a circa il 10% della popolazione. Ma perché la stragrande maggioranza degli abitanti la accetta o non ha abbastanza forza per abbattere tale sistema? Questo libro risponde a questa domanda, spiegando accuratamente gli inganni che servono a mantenere il sistema attuale e a farlo apparire come l'unica realtà possibile. Si tratta di inganni che riguardano i principali canali utilizzati per la “costruzione” della realtà: i mass media, la Scienza, la Storia, l'Economia e la Politica. Per liberarsi dall'inganno e costruire un'altra realtà è necessario guardare il mondo con occhi diversi dal solito, uscendo dal condizionamento. Si rimane prigionieri quando si è disposti a credere di non esserlo, pur non avendo attuato quei processi di autoconsapevolezza necessari ad uscirne. E' proprio su questo che trae forza l'inganno: sulla disponibilità a credere che si possa facilmente e senza contributo personale costruire un futuro migliore e rispettoso dei diritti umani.

Tutte le informazioni riguardanti i libri di Antonella su: http://antonellarandazzo.blogspot.com/

15 January, 2012

Paul Ariès - In Attesa dello Sciopero del Consumo

Paul Ariès, nato nel 1959, è laureato in Scienze politiche e docente all'Università Lumière di Lione. Ha già pubblicato molte opere di rilievo riguardanti il tema dell'alimentazione e della modernizzazione delle relazioni sociali. Colla-bora inoltre a numerose riviste: "Monde Diplomatique", "Universalia", "Golias", ed altre ed è presidente della sezione francese del Centro-Europa-Terzo-Mondo (CETIM), organizzazione non governativa riconosciuta dall'ONU. Qui un suo pensiero a proposito dello sciopero generale del consumo come strumento per rimettere in ordine la società.


La società di consumo è triste, ingiusta e impossibile: non solo perché il 20 per cento degli uomini posseggono l'86 per cento delle risorse planetarie ma perché questo "inferno climatizzato" non è generalizzabile visto che supera la capacità stessa di rigenerazione degli ecosistemi. Dobbiamo quindi terminare questo dominio degli uni sugli altri e di tutti sul pianeta per vivere semplicemente come umani.

Si tratta di una scelta responsabile ed è l'unica capace di ridare un senso a valori come la libertà. Dobbiamo opporre alla logica economica bulimica l'obiettivo di vivere con "meno beni materiali ma più legami". La costruzione di un progetto politico basato sulla "gratuità dell'uso e il rincaro del cattivo uso" permetterebbe di risolvere le questioni ambientali e sociali attraverso il ritorno al politico.

Solo la prospettiva di uno "sciopero generale del consumo" può ridare potenza ai cittadini di fronte a questa infima minoranza di potenti famiglie che si ingrassano con il nostro mal vivere e con la distruzione di ogni cosa.
Questo sciopero sarebbe concepito come un vero e proprio movimento. Non un proseguimento dell'approccio di semplicità volontaria, né un movimento di boicottaggio mirato ma un modo di rifiutarsi come consumatore.

Il Sistema non ha per il momento ancora inventato le strutture materiali che possono incatenare il consumatore alla società di consumo. È il falso godimento del consumo che impedisce di smettere di consumare e non un obbligo materiale.

 Nel caso dello sciopero dal lavoro, il tempo gioca contro chi sciopera. Ma gioca a favore di chi si astiene dal consumo. Il potere perso dai lavoratori che si rifiutano di esserlo può quindi ritrovarsi nei consumatori che si rifiutano di rimanere tali.

Lo sciopero generale del consumo sarebbe incontestabilmente l'apoteosi di una strategia conseguente di disobbedienza civile. Innanzitutto perché trasgredendo l'imperativo assoluto di consumare, attaccherebbe il sistema in ciò che ha di più vitale e sacro.


Un altro punto forte di uno sciopero generale del consumo è che non separa la meta dal cammino, poiché uscire dalla sfera del consumo è contemporaneamente l'inizio e la fine di questa rivoluzione. Solo questa prospettiva di sciopero generale del consumo può dare ai cittadini il massimo di forza collettiva. Il capitalismo ha ancora bisogno della nostra compromissione quotidiana per realizzare i suoi profitti.

Non illudiamoci: il sistema non resterà senza reagire. Farà il suo ricatto sull'occupazione, minaccerà la cassa integrazione, i licenziamenti, la prospettiva della miseria. Ma lo sciopero generale del consumo, come qualunque movimento sarà fondamentalmente la creazione di un rapporto di forza: sarà, probabilmente, in un primo tempo sconfitto. Tornerà di nuovo la febbre del consumismo. Ma la strada sarà aperta ed un nuovo sciopero del consumo succederà a quelli precedenti via via sempre più generalizzato e massiccio.

Ogni sciopero generale costituisce un'operazione di catarsi collettiva perché svela i meccanismi intimi del sistema. Sarà difficile riprendere il corso normale delle cose, sarà difficile tornare ad essere semplici "forzati del consumo" dopo aver sperimentato un'altra vita più umana e gratificante.


13 January, 2012

Lucia - Una Fulltimer a Tarifa

Tarifa. La città più meridionale della Spagna, con un clima quasi africano e un cielo immenso. E' in questo luogo, dove le acque del Mediterraneo e dell'Atlantico si mescolano che incontro Lucia, una ragazza veneto-romagnola che ha scelto la vita da Fulltimer. - Vivo qui, sulla spiaggia di Valdevaqueros da quasi due anni con la mia cagnetta Pepa, ma sono ancora una novella - Mi dice - Gli altri camper che hai visto qui intorno, sono qui da molto piu' tempo - E mi indica gli altri camper fermi sul parcheggio della bellissima spiaggia. - Lo vedi quel furgone bianco ? Li' ci vive la mia migliore amica, è una ragazza della Repubblica Ceca, adesso ha un ragazzo italiano che vive con lei nel furgone. -
Lucia è entusiasta di questa vita e lo si vede dal sorriso contagioso. - Ogni tanto qualche dubbio ti viene, è normale, ma non riuscirei più a tornare indietro. Forse è proprio questa la paura più grande, quella di stare talmente bene da chiudere totalmente ed in modo irreversibile con la tua vita precedente. Ed è chiaro che una scelta di questo tipo non è sempre approvato dalla gente comune. Ma li capisco. Fino a quando non provi a vivere totalmente libero non puoi apprezzare pienamente la libertà. -
Le chiedo quale è stata la scintilla che l'ha spinta a questa scelta. - I fulltimers sono un campionario di varia umanità. In questi due anni ne ho incontrati a centinaia, e ognuno ha delle motivazioni diverse. C'è chi vive in camper semplicemente perché costa meno, c'è chi scappa da una moglie troppo opprimente, c'è chi è stato licenziato e non vuole più cercarsi un'altro lavoro, c'è l'intellettuale che vuole stare in pace a scrivere i suoi libri, chi è stufo marcio delle regole di questa società moderna, chi ha nostalgia della vita hippie degli anni 70, c'è veramente di tutto. Nel mio caso, era appena terminata una mia lunga relazione affettiva nella quale avevo investito tutto. Credevo di volere la classica vita, una casa, dei figli da crescere, un lavoro gratificante .... E invece alla fine di questa relazione mi sono messa a riflettere e mi sono chiesta se veramente volevo tutto questo. Per fare che ? Ho visto tante persone che hanno raggiunto tutti questi traguardi eppure sono infelici. Io qui sto bene con me stessa, sono felice, non ho bisogno di nulla. Di giorno si sta in acqua, si impara il Kitesurfing, di sera si fa un falò sulla spiaggia e si chiacchiera un pò di tutto. Ci si sente bene. Ho un computer che uso collegandomi gratuitamente al Wifi di un bar qui vicino, e che ricarico con un pannello solare. Non sono isolata dal mondo, semplicemente vivo in pace.-
Le chiedo se non ha mai avuto problemi di sicurezza essendo una donna che vive sola nel camper. - No, in reltà non sei mai da sola, ci sono sempre altri fulltimers attorno, e poi nel gruppo che si viene a formare c'è sempre qualche uomo che interviene se una donna viene molestata. Non ho mai avuto paura. Le notti in cui c'era solo il mio camper sulla spiaggia sono state rarissime. Ogni tanto, prezzo del gasolio permettendo, ci si muove. Sono stata per un pò in Marocco a Dakhla, dove ci sono tanti Fulltimers. Questo mese imbarco il camper a Cadice e vado a stare un pò alle Canarie. Poi tornerò qui. -
Le chiedo come si sopravvive dal punto di vista finanziario. - Vivere in questo modo costa pochissimo. Con i risparmi della vecchia vita puoi tirare avanti moltissimo tempo. Comunque chi finisce i soldi di solito va in Provenza per un paio di mesi a raccogliere l'uva e le olive. Con due mesi di lavoro ti paghi gli altri dieci mesi di vita completamente libero. Direi che è un bel cambio non credi ? -
Non posso che annuire. - Altri prendono qui in Spagna una licenza speciale da "artigiano ambulante" che ti consente di vendere prodotti di artigianato non in un mercato specifico ma ovunque ti trovi -
Su quest'ultimo punto, ho qualche dubbio ricordando le vicissitudini del nostro amico Eliseo Oberti proprio in Spagna. Noto che il suo Camper è un vecchio Volkswagen T3, senza bagno, un camper adatto a rimanere in campeggio, ma non ideale per vivere completamente indipendenti. Le chiedo quindi come fa per l'igiene - Per lavarmi vado alla fontana che c'è dietro le dune. Ci si lava a pezzi. Come i soldati. Il riscaldamento qui a Tarifa non serve neanche d'inverno. Il mio Camper ha il riscaldamento ma non funziona. Quando capitano quei pochi giorni di freddo, scaldo delle pietre sul fuoco e poi le tengo nel camper durante la notte. -
Penso tra me che Lucia, forte della sua giovinezza, è un vero esempio per molte persone, una Fulltimer "dura e pura". Molti Fulltimers che pur scelgono una vita libera, si concendono comunque qualche comfort. Per chiudere, le chiedo se c'è anche qualche aspetto negativo da prendere in conto. - Non so, forse questo distacco da tutto, questo prendere le cose senza darci la minima importanza, si riflette in un certo senso anche sull'unica cosa dove invece vorresti una maggiore profondità. Mi riferisco alle amicizie. Vivendo in questo modo hai tantissimi amici ma sei sempre sostituibile. Il giorno che te ne vai qualcuno prende il tuo posto nel parcheggio e sei dimenticata in fretta. Ma forse sono io che cerco di riportare qualcosa della vecchia vita in questa nuova dimensione, o forse due anni sono un periodo troppo breve per trarre delle conclusioni sulle relazioni umane. -
Il sole è tramontato e lascio questa ragazza che ancora sorride. Buona Vita, Lucia. E che il vento di Tarifa ti porti tante belle cose.