13 September, 2011

Giorgio Bettinelli

Tre anni fa, esattamente il 16 Settembre 2008, moriva a Jinghong in circostanze misteriose Giorgio Bettinelli, un personaggio incredibile. Giorgio, originario di Crema, era diventato una sorta di mito per tutti i motociclisti e viaggiatori. Cominciò a viaggiare nel 1992 (prima tappa da Roma a Saigon) praticamente senza fermarsi mai salvo pause tecniche in Italia e percorrendo migliaia e migliaia di chilometri intorno al mondo, nessun continente escluso. Solo la morte purtroppo è riuscita a fermarlo. Non incontrai mai personalmente Giorgio ma scambiai solo qualche mail su uno dei tanti blog che riusciva a tenere durante i suoi viaggi. Ho i suoi quattro libri in primo piano sulla mia libreria, il primo, forse il piu' bello ed ispirato, IN VESPA DA ROMA A SAIGON, e poi BRUM BRUM, 254.000 CHILOMETRI IN VESPA, e ancora RHAPSODY IN BLACK (L'esperienza africana) e l'ultimo, LA CINA IN VESPA, diario di un viaggio a zonzo per la Cina condiviso in parte con la neo-moglie Taiwanese Yapei. Giorgio era uno di quegli uomini affetto da quel sentimento particolare e indefinibile che solo i portoghesi riescono a spiegare con una parola: Saudade. Saudade è un termine portoghese che non è traducibile in italiano né in un'altra lingua e che potremmo tentare di spiegare come: "La Nostalgia per qualcosa che non si sa e che non è ancora avvenuto". Giorgio aveva questa Saudade nel cuore, quella specie di malinconia che ti spinge a cercare, cercare, cercare qualcosa che non sai neanche tu cosa sia. E per questo girava per il mondo, nomade per caso, con poche cose e tanta voglia di scoprire luoghi e persone. La notizia della sua morte, annunciata da Yapei Bettinelli, la moglie mi commosse molto. Si dice che un libro è bello quando senti il dediderio di chiedere qualcosa all'autore. E allora i libri di Giorgio dovevano essere bellissimi perché io avevo 100, 1000 domande da fare a Giorgio, ma non c'è stato tempo. Mi sarebbe piaciuto raggiungerlo a Jinghong, in quel posto sperduto della Cina occidentale dove aveva deciso di "mettere su famiglia" con Yapei.

Aveva deciso che quello era il posto giusto per fare base. Un posto dal quale ripartire alla scoperta ancora più dettagliata dell'Asia. Il prossimo progetto sarebbe stato il Tibet. Le cause della morte sono un vero mistero. Non c'è mai stata una versione ufficiale delle autorità Cinesi, o almeno non compare. Qualcuno sospetta anche che il suo voler indagare sul Tibet potesse dare fastidio a qualcuno. Quello che è certo è che Giorgio non era malato, era in buona salute e il giorno della morte si trovava in casa a Jinghong a riposare, mentre la moglie era uscita a fare qualche acquisto. Al suo ritorno a casa Yapei lo trova nel letto esanime, senza alcun segno di violenza o altro. Apparentemente una morte inspiegabile. Il Cineasta Massimo Piovesan tentò di indagare in passato con un documentario dal nome "Freedom" che pare non sia stato mai terminato per mancanza dei fondi necessari. Un vero peccato, perché tutta la vita di Giorgio meriterebbe di essere immortalata sulla pellicola. Siamo sicuri che a lui piacerebbe essere ricordato per le grandi imprese che ha compiuto. E invece in un mondo che privilegia il gossip delle veline, la sua vicenda è passata quasi inosservata. Caro Giorgio ti pensiamo sempre e ci piace credere che là dove sei ora tu sia  riucito a cavalcare un'altra vespa e a bucare gli orizzonti come hai sempre fatto.

Citiamo un tuo passaggio da "Brum Brum" : "Rimango altre quattro ore in sella, e guido finché il sole è già quasi al tramonto, secondo una sana abitudine che da tempo ero costretto a perdere, prima di fermarmi in un villaggio qualsiasi per passare la notte. E’ una delle sensazioni che ho sempre amato di più, e che così spesso mi ha dato l'illusione di essere libero e padrone della mia vita: quel grappolo di minuti dalla consistenza indefinibile, quando non è ancora buio e non è più giorno, e tu entri in un posto che non hai mai sentito nominare, con la consapevolezza che domani sarai già lontano, e che per altri mesi, per altri anni, per altri grappoli di minuti della stessa intensità continuerai ad allontanarti, assecondando il dipanarsi di una matassa il cui filo ti si srotola tra le mani senza farsi accorgere, e finisce dall'altra parte del mondo".

3 comments:

  1. Thanks for this post. Georgino was the best friend you could meet. I met him in Nepal in Kathmandu in 2000. Wonderful guy, I will never forget how he made us laughing all the time and how we drank whiskey and wine. I am very sorry for Yapei. Hope she is fine. All the Best Miryam

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    1. Sarebbe interessante sapere le vere cause della morte di Giorgio, anche alla luce di quanto da lui scritto nelle ultime pagine del libro La Cina in Vespa. Andrea.

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  2. Ho conosciuto personalmente Giorgino nel 2002, quando, dopo averlo rintracciato attraverso suo padre, venne a cena a casa mia per il compleanno di mia moglie.
    Mi ospitò diverse volte a casa sua a Crema dove io tenevo, in qualità di docente, alcuni corsi sulla Qualità aziendale.
    Ci univa la passione dei viaggi in Vespa e io modestamente gli rivelai che avevo “solo” percorso 9 volte Salerno-Milano e altri viaggi alla fine del 1900.
    Avremmo dovuto incontrarci ancora dopo il suo viaggio in Cina, ma rimasi di sasso quando seppi della su “sparizione”.
    Anch’ io sono convinto che la sua “sparizione” in un Paese come la Cina sia tutto fuorchè normale, anche perché nel suo ultimo libro erano contenuti commenti scomodi.
    Vorrei tanto scoprire cosa sia veramente successo.

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